Luogosanto

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Luogosanto

Luogosanto: il territorio

Il paese di Luogosanto (in gallurese Locusantu) è un piccolo antico borgo immerso in un bosco nel cuore della Gallura. Deve il suo nome al fatto che nel XIII secolo dei frati francescani edificarono due chiese nei luoghi in cui vissero e furono sepolti due santi eremiti (San Nicola e San Trano), oltre a un convento e a una terza chiesa dedicata alla natività della Beata Vergine Maria. Quest’ultima ricevette dal papa Onorio III il privilegio della porta santa e il titolo di basilica minore, rafforzando il ruolo di riferimento religioso di Luogosanto per i fedeli della Gallura e non solo. 

I resti di castelli, ville e chiese sparsi nel suo vasto territorio testimoniano il ruolo di rilievo di Luogosanto in epoca medievale. Ma la sua origine è ancora più antica, come testimoniano le strutture nuragiche che si possono ammirare sul monte granitico che protegge le case dal vento di maestrale. 

Attorno al santuario, a partire dal XIX secolo, si andò sviluppando il paese odierno, che divenne comune autonomo nel 1947. 

Il paese si distende attorno alla basilica di Nostra Signora di Locusantu e al circostante centro storico su tre quartieri dalla tipica architettura gallurese caratterizzata dall’uso del granito a vista. Lo circonda un movimentato paesaggio di grande fascino e valore culturale e naturale, ricco di boschi di lecci, sughere, olivastri, macchia mediterranea e poi vigneti e pascoli, inframmezzati da monumentali formazioni rocciose scolpite dalla natura. Da sempre incentrato su un’economia agropastorale, negli ultimi decenni Luogosanto sta valorizzando il suo centro storico e i suoi tanti siti archeologici e naturalistici, attirando i viaggiatori che amano la natura, lo sport, la cultura e i sapori genuini. 

La sua posizione strategica permette di raggiungere in mezz’ora d’automobile tutte le rinomate spiagge di Aglientu, Arzachena, Palau, Santa Teresa e Trinità, ma anche i monti e la città di Tempio Pausania. Luogosanto è anche una meta ideale per gli amanti del viaggio attivo e sostenibile: si possono praticare l’escursionismo a piedi, in bicicletta, a cavallo, il bouldering, il canoeing, lo yoga. 

Tutti i luoghi di interesse sono immersi in meravigliosi contesti paesaggistici o comunque vicini a parchi e monumenti naturali come la sughera secolare di Crisciuleddu e il parco della sorgente de La Filetta. Non mancano i parchi forestali, gli orti botanici, le fontane, i punti panoramici; inoltre si possono visitare aziende agricole come erboristerie, vigneti, orti, stazzi e caseifici, e un laboratorio di ceramica

Il Palazzo di Baldu

Superato il cancello che introduce nell’area archeologica di Santu Stévanu e Lu Palazzu di Baldu, il primo monumento che si incontra lungo il percorso è naturale: un grande affioramento granitico caratterizzato dalla presenza di un tafone alla sua base. Elementi tipici del paesaggio, li conchi – così vengono chiamati in gallurese – erano utilizzati, spesso grazie all’integrazione di elementi artificiali, come abitazioni, tombe, ripostigli, ricovero per il bestiame. 

Lu Palazzu di Baldu è la struttura che dà il nome all’intero complesso, il rudere di un palazzo medievale verosimilmente appartenuto alla casata dei Visconti di Pisa, che nel XIII secolo governava il Giudicato di Gallura. Dell’edificio in stile romanico, costruito originariamente su tre piani, si possono oggi ammirare tre pareti di dieci metri di larghezza e altezza. Una scalinata esterna permette di raggiungerne l’accesso principale. Il palazzo si trova all’interno di una corte di circa 800 metri quadri, chiusa da sedici locali adibiti a diversi usi.

Durante i recenti scavi archeologici sono stati portati alla luce importanti reperti di vetro e ceramica, una fornace, una struttura circolare risalente all’Età del Bronzo e alcune sepolture in prossimità dell’attigua chiesa di Santo Stefano. L’area è impreziosita da tafoni murati e alberi secolari. I costruttori del Palazzo di Baldu scelsero di edificare la struttura in prossimità di un tafone, in modo da poterne sfruttare le potenzialità. Un altro sperone di roccia madre è presente all’interno dell’edificio. Pur nell’essenzialità del modulo, la lavorazione e la disposizione dei conci rivelano una notevole perizia costruttiva e richiamano le tecniche edilizie e il gusto delle chiese romaniche in granito della Gallura e della Corsica.

Gli elementi naturali e i segni delle azioni dell’uomo nel tempo si integrano con grande armonia nell’area di Santu Stévanu e Lu Palazzu di Baldu. Le caratteristiche piante della vegetazione mediterranea convivono tra loro e con le strutture: i lentischi e gli olivastri vicini alla chiesa sono stati probabilmente testimoni di alcuni degli eventi storici che gli archeologi stanno ricostruendo.  Ma il rapporto virtuoso tra cultura e natura si rende evidente in tanti altri spazi; a pochi decine di metri dall’ingresso del palazzo, un piccolo sforzo permette di raggiungere la sommità del grande affioramento granitico che per secoli ha nascosto e protetto a est il villaggio: da qui è possibile spingere lo sguardo verso i rilievi della Gallura interna, oppure verso le valli che conducono alle Bocche di Bonifacio, e scoprire che da qui si vede anche la Corsica