Comunicato stampa del 13 agosto

Prende il via presto la giornata di domani (domenica 14) al ventinovesimo festival Time in Jazz, giornata che si preannuncia come sempre fitta di appuntamenti: si comincia infatti alle 9 del mattino a Berchidda, nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano (patrono del paese), con la messa musicata “Lucia e gli occhi santi”, dedicata alla santa compatrona di Berchidda e, per i devoti, protettrice degli occhi e della vista. Ad accompagnare la funzione religiosa, il flicorno dell’enfant du pays Paolo Fresu e il Quartetto Alborada: Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello. Nato nel 1996, il complesso d’archi ha un repertorio che, accanto alle composizioni originali per l’ensemble, privilegia la musica barocca e del Novecento con particolare attenzione per gli autori minimalisti. L’incontro fra Paolo Fresu e il Quartetto Alborada, già apprezzato in tante occasioni, è la testimonianza della poliedricità del trombettista di Berchidda, sempre pronto a misurare la sua ormai riconosciuta freschezza e naturalezza artistica con un mondo “classico” che ha reso proprio nella sua originale interpretazione.

Per

Paolo Fresu altro impegno a mezzogiorno nella suggestiva cornice del CastelloDoria a Chiaramonti, dove incontra il polistrumentista Mino Cinelu che così, dopo il duo della sera prima con Rita Marcotulli, sarà parte di un nuovo, inedito dialogo in musica. Classe 1957, natali francesi con radici paterne in Martinica, Cinelu è un musicista eclettico, che ha collaborato con nomi del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Stevie Wonder e Lou Reed, tra i tanti, costruendo la sua fama sulla facilità di confrontarsi con un’ampia gamma di stili. Compositore, produttore e band leader, alla testa del World Jazz Ensemble dimostra la sua maturità artistica e la passione per le nuove sonorità, un’attitudine propria anche di Paolo Fresu, che, partendo dai territori del jazz è sempre capace di andare oltre le convenzioni di genere entrando in sintonia con musicisti provenienti da contesti eterogenei, dal pop alla musica tradizionale, dalla musica colta alla canzone d’autore.

Nel pomeriggio (ore 18), all’indomani della sua esibizione in piano solo a Telti, torna in azione anche Stefano Battaglia, stavolta a Tula, nella chiesa medievale di Santa Maria di Coros, e alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria. Una formazione che respira all’unisono sulle ali del massimo interplay, protagonista degli ultimi tre album pubblicati dal pianista milanese per l’etichetta ECM: “The River Of Anyder”, “Songways” e “In The Morning”; un tributo, quest’ultimo, al compositore americano Alec Wilder (1907-1980), sulla cui opera Stefano Battaglia ha lavorato per anni, spaziando in modo trasversale dalle popular songs alle art songs, dalla musica per il teatro all’opera, dalla night music ai lavori per l’infanzia.
Altre sonorità e atmosfere, alle 21.30 in piazza del Popolo a Berchidda, con ilprogetto Last Of Songs della cantante (e attrice) Irit Dekel e del polistrumentista Eldad Zitrin (fisarmonica, tastiere, chitarra), qui affiancati da Adi Hartzvi al contrabbasso e Elad Cohen Bonen alla batteria e alle percussioni. Un sodalizio nato nel 2011, quello tra i due artisti israeliani, e approdato l’anno scorso al primo, omonimo album: un disco caratterizzato dalla riuscita combinazione di differenti stili e colori musicali – jazz, folk contemporaneo, pop tradizionale – in una originale rilettura di canzoni classiche come “Willow Weep For Me”, “Bye Bye Love”, “You Don’t Know What Love Is”, “Good Morning Heartache”, tra le altre.

Poi, nella seconda parte della serata, sul palco di Berchidda piazza le tende Bombino con il suo desert blues. Goumar Almoctar, questo il nome all’anagrafe del chitarrista, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, in lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni Sessanta e Settanta, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg; le sue melodie elettrizzanti trasudano un groove irresistibile, una versione del blues densa e magmatica. Tre gli album all’attivo: “Agadez”, del 2011, seguito nel 2013 dall’acclamatissimo “Nomad” e quest’anno da “Azel”, registrato a Woodstock: un vero e proprio sogno diventato realtà per un artista che considera Jimi Hendrix e Carlos Santana tra le sue maggiori fonti di ispirazione. Con Bombino, domani (domenica 14) sul palco di Berchidda, saliranno Avi Salloway alla chitarra, calabash e voce, Youba Dia al basso e voce, e Corey Wilhelm al djembe.

Spenti i riflettori in piazza del Popolo, la vigilia di Ferragosto riserva un fineserata scoppiettante al Parco della Musica di Berchidda con le due formazioni del paese a base di fiati: la Banda Bernardo De Muro di Berchidda e la Funky Jazz Orkestra. La scaletta prevede una prima parte con la Funky Jazz Orkestra alle prese con la “Freesuite”, un’idea originale del suo direttore Antonio Meloni e di Paolo Fresu, incentrata su brani scelti prevalentemente dal repertorio del quintetto storico del trombettista, debitamente arrangiati e rivisitati su misura delle caratteristiche espressive e tecniche dei ventidue elementi della formazione berchiddese. Sarà poi la volta della Bernardo De Muro, la “storica” banda del paese, nata nel 1913, fucina per giovani talenti, compreso Paolo Fresu, che ancora undicenne ha mosso tra i suoi ranghi i primi passi nella musica. Previsti anche momenti in cui i due organici suoneranno insieme, e la partecipazione di solisti ospiti tra cui il trombonista Salvatore Moraccini e lo stesso Fresu.

Altri appuntamenti

Prosegue al Cinema Santa Croce di Berchidda Vedere Oltre, la rassegna cinematografica curata da Gianfranco Cabiddu e dal Gruppo cinema, che, seguendo il tema degli Occhi affianca la parte musicale del festival. Domani (domenica 14, alle 16), lo sguardo si rivolge verso una delle più importanti fotografe del XX secolo, con il documentario “Alla ricerca di Vivian Mayer” di John Maloof e Charlie Siskel, che narra la casuale e avvincente scoperta della sua opera: una scatola di negativi acquistati all’asta, svela l’impressionante capacità artistica di questo personaggio, non privo di contraddizioni e lati oscuri, che ha fissato su pellicola luci e ombre della società americana degli anni Cinquanta e Sessanta.

Anche domani gli spazi di Sa Casara saranno aperti con orario continuato dalle 12 alle 21, per ospitare la rassegna di video curata da Valerio Dehò per il P.A.V., il Progetto Arti Visive di Time in Jazz dedicato all’arte contemporanea (a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu): “Storia dell’Occhio”, questo il titolo, indaga sui vari fronti della percezione visiva partendo dalle opere surrealiste di Salvador Dalì, Louis Buñuel, Man Ray e Marcel Duchamp, passando per le opere astratte di Norman Mclaren e le virate maniacali di “L’occhio che uccide” di Michael Powell, per arrivare infine allo stravolgimento e accostamento tra suono e immagine nelle due versioni di “Emak Bakia” di Man Ray riprese dai Radiohead e da Ortiz Morales nella sua “Psychotic Version”.
Al Cafè Rosé, alle 18, si rinnova anche l’appuntamento con Winebook, lo spazio dedicato alle novità editoriali con aperitivo nei bar di Berchidda. Domani (domenica 14) la scrittrice Anna Castellino presenta il suo ultimo romanzo, “La bimba di Madame Fransè”, pubblicato lo scorso anno da Aipsa, ispirato alla vita della nonna dell’autrice, in un racconto che abbraccia tutta la famiglia nel lungo periodo che contiene le due guerre mondiali e va anche oltre. Una storia che dalla dimensione privata in primo piano fa affiorare un un affresco della città e del suo cambiamento soprattutto attraverso lo sguardo delle donne.
Sempre al Cafè Rosé, intorno alle 20, nuovo appuntamento con Fuori Tempo, la mini rassegna che vede esibirsi in alcuni locali del centro storico di Berchidda formazioni e musicisti impegnati tra produzioni d’autore e sperimentazioni musicali originali: di scena il trio formato da Zamua (chitarra e voce), mumucs (voce, loop station) e Dj Cris (live electronics). Al termine spazio per la lettura finale dei corsisti del “Breve laboratorio estivo di scrittura più o meno creativa” tenuto da martedì scorso dallo scrittore Flavio Soriga.

Anche in questa edizione del festival tornano le iniziative di Green Jazz, il progetto di sensibilizzazione ambientale che mira a ridurre l’impatto del festival sul territorio. Oltre alle consuete iniziative che puntano al risparmio energetico, all’uso delle energie alternative, alla differenziazione dei rifiuti, all’abbattimento delle emissioni di CO2 e al consumo di prodotti locali a “chilometro zero”, Green Jazz riserva uno spazio ai più piccoli: domani nei cortili di Casa Sanna a Berchidda, dalle 17 alle 19, sarà infatti allestito un laboratorio per bambini dai cinque ai tredici anni dal titolo “Gli Occhi del Mare” a cura del personale dell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo. Per informazioni e prenotazioni 3332397037.

Anticipazioni sulla giornata di lunedì 15
Come da tradizione, Time in Jazz saluta il giorno di Ferragosto nelle campagne intorno a Berchidda: il primo appuntamento è alle 11 nei pressi della chiesetta di Santa Caterina, dove Bachisio Bandinu, studioso di cultura popolare, getterà uno sguardo sulle problematiche e le contraddizioni della Sardegna moderna e sui temi dell’ambiente, dello sviluppo, del turismo e delle servitù militari, già trattati nel suo recente libro “Noi non sapevamo” (Il Maestrale 2016).

A seguire, il pubblico potrà ancora apprezzare Bombino, stavolta insieme al “padrone di casa “Paolo Fresu e ad Amadou, il chitarrista maliano atteso poi in serata sul palco di Piazza del Popolo per la festa finale insieme alla sua compagna d’arte e di vita, la cantante Mariam.

Al termine del concerto, come ogni Ferragosto, sarà possibile degustare i piatti della cucina locale nel tradizionale pranzo berchiddese nella vicina chiesa campestre di San Michele; qui, nel pomeriggio, ritorna dopo qualche anno di assenza dal festival la gara di poesia improvvisata in lingua sarda a cura di Paolo Pillonca: protagonisti i poeti Bruno Agus e Salvatore Scanu, accompagnati dal Tenore Santa Sarbana-Battista Morittu di Silanus.

La sera di Ferragosto, in Piazza del Popolo, è come sempre divisa in due parti. La prima, alle 21,30 (con ingresso a pagamento), porta sul palco il polistrumentista francese Michel Portal, una delle figure di primissimo piano del jazz europeo, in trio con il batterista americano Jeff Ballard e il chitarrista beninese Lionel Loueke.

Altre sonorità caratterizzeranno la seconda parte della serata in piazza del Popolo quando, sgomberata la platea da tutte le sedie, e aperti i cancelli con ingresso gratuito, partirà la tradizionale festa di Ferragosto di Time in Jazz: a guidare le danze, quest’anno, saranno Amadou & Mariam, la coppia di artisti del Mali (entrambi non vedenti) che ha saputo fondere le radici della ricchissima tradizione musicale africana con le sonorità del blues, del reggae e un senso melodico del tutto originale.