Banari

Banari è un piccolo e affascinante borgo medievale della provincia di Sassari, di circa 500 abitanti; sorge nella Sardegna interna, il Meilogu, e più precisamente al centro del Logudoro, (la regione storico geografica della Sardegna nordoccidentale, che diede il nome al Regno giudicale di Torres) ai piedi della collina chiamata “Pale idda”, circondato da monti e altipiani di trachite rossa. Vanta un ricco patrimonio storico artistico e soprattutto naturalistico. I suoi edifici, costruiti per la maggior parte in trachite rossa, conferiscono una particolare caratteristica all’abitato.


Tra gli edifici civili e religiosi più importanti spicca il palazzo comunale, risalente ai primi decenni dell’800, situato nella piazza centrale del paese; il palazzo Solinas Zamboni, ora sede della biblioteca comunale, che si affaccia nella piazza della chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire, donata nel 1113 dal giudice di Torres ai monaci camaldolesi; il palazzo Marongiu, appartenuto a monsignor Diego Marongiu del Rio, figura di spicco di fine ottocento, docente di diritto canonico all’Università di Sassari e membro della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna. A fianco, S’Asilo: altra storica dimora in trachite rossa banarese risalente al XIII-XIV secolo, convertita in asilo nella prima metà del novecento e ora B&B; il palazzo Tonca, altro storico edificio con facciata in pietra a vista del XII secolo, e una struttura moderna del 2007; insieme costituiscono, con gli annessi giardini e piazza, un complesso museale, sede della Fondazione Logudoro Meilogu: nata nel 2001 per iniziativa del Maestro Giuseppe Carta. La FLM dispone di due grandi sedi espositive, momentaneamente chiusa per lavori. A pochi passi dalla chiesa parrocchiale sorge l’artistica facciata dell’oratorio Santa Croce in trachite rossa, risalente ai primi anni del XX sec. La chiesa di San Michele, in stile romanico, più volte restaurata nel corso degli anni, accessibile salendo un’importante scalinata.


A pochi chilometri da Banari, nella fertile vallata, si trova invece la chiesa romanica di Santa Maria di Cea (originariamente Seve), formata da un cortile recintato e circondata da alcuni edifici conosciuti come il “romitorio”.